Evasione fiscale

IL DIMENTICATO APOLOGO DELL'IMPERATORE TRAIANO

La riduzione della cedolare secca al 10% ci sembra leggermente esagerata, per considerazioni globali di assetto fiscale: ma la logica complessiva descritta da Achille Colombo Clerici risponde, a nostro avviso, a un buon senso di cui i politici dovrebbero diligentemente prendere atto. L’apologo di Traiano vale per tutti i tempi.
 
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Ho sempre presente l'insegnamento del mio maestro Enrico Allorio, che definiva borbonico il nostro fisco perche' improntato all'antico  principio: “poiche' un' elevata quota di evasione e' endemica, per ottenere il gettito si tenga alto il carico fiscale, cioe' l'aliquota”.
Il risultato e' conseguito, ma l'esito e' disastroso per i contribuenti a regime, che rappresentano la maggioranza.
 
La ricetta giusta per un fisco equo, e che nel contempo  riduca l’evasione, si basa invece su due fattori:  che sia sopportabile e facile da pagare.
 

La prova deriva da un documento ufficiale al di sopra delle parti, il "Rapporto sulla lotta all’evasione fiscale" del ministero dell’economia: grazie alla cedolare secca sugli affitti l’evasione dei proprietari di casa, che nel 2012  ammontava a 1,3 miliardi di euro, nel 2017, l’anno più recente di cui si conoscono i risultati, è scesa a 655 milioni, con un crollo del 50,5%. Le imposte sui canoni di locazione sono adesso le meno evase d'Italia: ad esse sfugge solo, a quanto sembra, il 7,9% del dovuto.
 
La cedolare secca, fortemente voluta dagli stessi proprietari immobiliari, consente di non versare l'imposta di registro e l'imposta di bollo, dovute per i normali contratti, e permette al proprietario di pagare sul reddito da locazione un'imposta sostitutiva pari al 21%, che scende al 10%  per i contratti a canone concordato adottati nelle undici aree (praticamente le maggiori città italiane e loro hinterland) ad alta tensione abitativa.
 
Considerato che l'evasione in Italia nel complesso ammonta a 91 miliardi di euro l'anno per la parte fiscale e arriva a quota 109 miliardi aggiungendo al conto i contributi previdenziali non pagati – dati che ci pongono in testa alla poco invidiabile classifica di primi evasori d’Europa -  si può immaginare quale sarebbe il beneficio  per le casse dello Stato, per il debito pubblico, per la generalità dei contribuenti, in primis stipendiati e pensionati che pagano circa l’80% delle imposte complessive,  se si potesse raggiungere in pochi anni anche solo una parte del recupero legato all’evasione immobiliare. Non staremmo, come ora, con la spada di Damocle dell’Iva sulla testa e si potrebbe rispondere alle sacrosante richieste di tasse più basse, di scuole migliori, di asili nido per tutti, di più qualificata ricerca, di una sanità più efficiente, e altro.
 
In definitiva, evasione ridotta se c'e' equita' fiscale. E per raggiungerla vanno coniugati tra loro due dei tre principi etici fondamentali che, come sostenuto nell'apologo di Traiano, citato da Plinio il giovane, debbono presiedere ad una corretta azione socio-politica:
 
  • Il principio della speranza, secondo il quale il miglior rendimento si ottiene attraverso la speranza di un bene e non il timore di un male.
  • Ed il principio dell'incremento e non della distruzione della ricchezza.
 
                                                                                                                                 (Achille Colombo Clerici)
 
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