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Sanremo

LO ZIO ATTILIO E IL FESTIVAL

Da quando lo conosco, Silvano ha forbitissima penna, pensiero chiaro e opinioni che non temono di dichiararsi. Tre ingredienti che egli conferma in questo piccolo scritto a firma Silas, esprimendo una preoccupazione diffusa sulla dubitabile qualità educativa e culturale di musica e testi in corso di presentazione al festival di Sanremo.

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Dopo tanto tempo che non mi ero fatto più vivo, un po’ a causa del Covid, un po’ per pura pigrizia, sono riuscito ad andare a trovare mio zio Attilio.

Lo zio si è trasferito in un villino nella periferia sud di Roma, con un bel terreno dove lui riesce a coltivare una delle sue passioni preferite: il giardinaggio. E lì appunto l’ho trovato, seduto nel suo giardino ben esposto al sole, dove noncurante del freddo stava esaminando una scatola piena di vecchie musicassette, roba che andava per la maggiore neali anni settanta dello scorso secolo.

“Sai - mi ha detto -  nel fare il trasloco in questa nuova casa ho ritrovato tutte queste canzoni che erano successi di molti anni fa. Avranno un certo valore, visto che già da diverso tempo sono tornati di moda cantanti degli anni sessanta. Guarda il Festival di Sanremo, ormai – come parecchie trasmissioni – sembra un programma della terza e quarta età: vi sono cantanti che già erano famosi quando ero ancora un ragazzino, e sono passati più di sessanta anni, ormai la loro età arriva a settanta, ottanta, novanta anni!

Ti dico la verità, la cosa mi mette un po’ di tristezza: tutto ha una fine e c’è un tempo per tutte le cose. A cosa è dovuto questo eterno revival, a nostalgia, a rispetto per il passato, o piuttosto al fatto che ormai di giovani talenti non ne esistono più e dobbiamo riesumare i fantasmi del passato… con tutto rispetto per i fantasmi! Forse questo è dovuto anche ai testi e ai motivi delle canzoni di oggi: a parte qualche rara eccezione, spesso le parole non si capiscono, cantate o meglio sparate quasi con violenza, e la musica non rimane nemmeno impressa nella mente, c’è qualche motivo che riusciresti a canticchiare magari sotto la doccia, come si faceva una volta?

D’accordo, ormai deve essere tutto spettacolo e bisogna trovare qualsiasi cosa per attirare il pubblico ma… siamo sicuri che il pubblico gradisca veramente queste esibizioni e non vi sia invece costretto e ipnotizzato dallo strumento televisivo?”

“Beh, zio – gli ho risposto – questi spettacoli sono l’occasione per dare un po’ di leggerezza agli italiani, dopo tutte le notizie che ci danno i telegiornali!”

“Guarda, tu sai la mia opinione sui telegiornali, e in altra occasione te ne riparlerò, ma che insegnamento ci danno spettacoli come Sanremo? A parte l’esibizione di persone anziane, guarda anche l’abbigliamento dei cantanti,  va bene che bisogna attirare l’attenzione ma c’è un limite di buon gusto: non capisco perché per entrare in teatro – almeno negli spettacoli serali – bisogna indossare un abbigliamento adeguato e invece i protagonisti cercano di essere più straccioni possibile, in alcuni casi essendo addirittura di una volgarità eccessiva.

E guarda anche alcune signore che si qualificano come presentatrici… le donne si lamentano di essere viste come oggetti sessuali e poi si presentano, come è successo l’altra sera con quella blogger, vestita di una calzamaglia con disegnati i suoi attributi sessuali. Bontà sua, ha detto che non era nuda, come al principio sembrava, era solo un disegno, anzi una riproduzione fotografica del suo corpo al naturale… a me è sembrata solo una volgarità – e tu sai che io sono un amante delle donne e del corpo femminile ma in ben altre occasioni! A questo punto mi aspetto che anche il presentatore maschile si presenti con una calzamaglia con disegnato o fotografato il suo membro maschile, magari ben eretto, con la giustificazione che bisogna rendere omaggio alla Bandiera! Ma siamo seri!!!

Avrai notato anche l’esibizione di quel cantante rap o trap o come diavolo si definiscono oggi, che ha preso a calci tutto l’addobbo floreale del palco e poi con violenza l’ha distrutto scagliandosi contro le piante esposte. La motivazione? Non si è ben capita, ha tentato di giustificarsi farfugliando qualcosa, ma quello che mi ha colpito è stato l’atteggiamento del presentatore che quasi ha tentato di consolarlo, poverino, proponendogli di riesibirsi più tardi, magari allestendogli un altro addobbo da distruggere. Almeno il pubblico, stavolta l’ha fischiato!

Ma che insegnamento diamo ai bambini e ai giovani di oggi? Che tutto è permesso, tutto è dovuto, bisogna essere liberi di fare tutto quello che si vuole, di essere prepotenti e maleducati, anzi viva la trasgressione! D’altra parte questo è un paese dove il buonismo impera sovrano, vedi anche la delinquenza: cosa rischi oggi se compi un delitto? Potrei tranquillamente uccidere mia moglie, specie alla mia età e non rischiare praticamente nulla, magari gli arresti domiciliari, sai che bello! Potrei starmene tranquillamente in casa mia a fare giardinaggio senza uscire di casa per qualche tempo, e dovrebbero pure procurarmi l’alimentazione e badare al mio benessere: non esiste il Garante dei detenuti a questo scopo? Peccato che non esista il Garante delle Vittime che dovrebbe preoccuparsi dei diritti loro e dei loro familiari! Per fortuna che non sono sposato!

Ma ora entriamo in casa a gustarci un bel tè… e attenzione a non passare sopra quelle aiuole che ho appena allestito: non si sa mai, per sentirti come quello pseudocantante potresti pensare di calpestare qualche mia piantina fiorita ma stai attento che nonostante la mia età potrei sempre rincorrerti e affibbiarti qualche pedatona nel sedere…”

Entrando in casa l’ho sentito canticchiare un motivetto di Ornella Vanoni di sessanta anni fa...
                                                                                                                                             
                                                                                                                                              (Silas)
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