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Parlamentari d'Italia

IL GIURAMENTO CI STA BENE

Confermiamo di essere ancora assolutamente d’accordo con la proposta avanzata già molti mesi orsono da Fucsia Nissoli, parlamentare italiana eletta nel Nordamerica: e ne ripubblichiamo qui volentieri il testo, su richiesta di alcuni amici, per sollecitare partiti, governo e colleghi della parlamentare a voler prendere finalmente posizione. La proposta, come ricorderete, è stata sintetizzata dall'interessata con l'affermazioe che “Anche  noi Parlamentari dovremmo giurare fedeltà alla Costituzione.  E sarebbe ancora più solenne se il giuramento fosse seguito dall’inno nazionale”. Ad oggi, infatti, i parlamentari della Repubblica italiana non giurano sulla Costituzione, mentre sarebbe necessario che ciò avvenisse come monito a servire il Paese con lealtà. Spiegava la signora Nissoli  nella sua proposta: 

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“Ho preso spunto dalla vicenda di un collega parlamentare che intende candidarsi al Parlamento di un altro Paese mentre è deputato in carica in Italia. Voglio affermare l'importanza della fedeltà alla patria e agli elettori, ipotizzando appunto di introdurre un giuramento sulla Costituzione all'atto dell'insediamento in parlamento, per richiamare alla lealtà verso il nostro Paese, così come era stato ipotizzato, inizialmente, dai padri costituenti.

Il giornalista Enrico Mentana e altri giornalisti italiani parlarono a suo tempo della candidatura al parlamento federale brasiliano dell’on. Fausto Guilherme Longo, già eletto alla carica di deputato italiano per la Circoscrizione Sud America. E’ necessario fare alcune riflessioni sull’attuale figura del parlamentare italiano, e anche rivalutare la figura di noi parlamentari italiani eletti all’estero, su cui tante ombre e critiche già pesano, e che casi come quello di Guilherme Longo danneggiano ancor più pesantemente.

Per i deputati italiani non è previsto alcun giuramento di fedeltà alla Costituzione della Repubblica italiana, nel momento dell’assunzione delle proprie funzioni. In realtà i padri costituenti si erano posti il problema del giuramento dei parlamentari e se ne può trovare traccia nei lavori della Sottocommissione per la Costituzione durante la discussione sull’organizzazione dello Stato da parte della stessa assemblea costituente.

La commissione era presieduta dal Terracini e nella seduta del 19/09/1946  proponeva di inserire nel testo costituzionale il seguente emendamento: “ Al momento di assumere l’esercizio delle loro funzioni i deputati presteranno giuramento di fedeltà alla Costituzione Repubblicana e di coscienzioso adempimento ai propri doveri”.

Se non che l’Assemblea Costituente nelle sedute del 23/09 e 24/10 del 1947 respinse l’obbligo dei membri del parlamento di prestare giuramento di fedeltà alla Costituzione prima di essere ammessi all’esercizio delle loro funzioni, asserendo che “i deputati, per il solo fatto dell’elezione, entrano, con la proclamazione, immediatamente nel pieno esercizio delle loro funzioni. Tale immissione non è più subordinata alla condizione del giuramento”.

Quindi siamo arrivati alla situazione attuale, per la quale prestano giuramento di fedeltà alla Costituzione ed alle leggi della Repubblica, prima di assumere le loro funzioni, solo il Capo dello Stato, i membri del Governo, i Presidenti delle Deputazioni regionali, i magistrati, le forze armate e quelle assimilate. 

Risulta effettivamente abbastanza anomalo che i parlamentari italiani godano, secondo l`art. 68 della Costituzione italiana, dell`immunità parlamentare senza dover sottostare a nessun giuramento, codice o regolamento deontologico/morale in qualità di funzionari pubblici, e senza essere neppure controllati nelle loro funzioni e comportamenti da nessuna Commissione disciplinare ad hoc.

Questi aspetti si sono ripresentati con forza di fronte al comportamento dell’on. Longo che si candida al parlamento di un altro Paese. Davanti a una tale situazione viene infatti spontaneo chiedersi: a chi deve la sua fedeltà il parlamentare, in quanto parlamentare italiano? 

Credo che di fronte a questo scenario sia opportuno tornare all'idea originaria dei padri costituenti e cioè prevedere la formula del giuramento per tutti i parlamentari italiani, che potrebbe essere vicina a questa : “Giuro fedeltà e lealtà al Popolo italiano che mi ha eletto ed alla Repubblica italiana. Giuro di difendere i diritti dei cittadini italiani che rappresento, nel rispetto della Costituzione italiana che è la mia guida”.

Un richiamo forte, per noi parlamentari, con cui confrontarci ogni giorno! E un monito a servire il Paese con lealtà, dedizione e onore. Un richiamo che sarebbe ancora più solenne se il giuramento fosse seguito dall'inno nazionale, come già ho chiesto mesi fa in una mia lettera al Presidente Fico, che aspetta ancora una risposta. 

Spero che si affermi la sensibilità istituzionale necessaria per apportare queste modifiche almeno a livello di regolamento parlamentare, per dare un segno chiaro ai cittadini di dedizione al bene comune, superiore ad ogni interesse di parte. Fedeli alla patria, leali e rispettosi verso i cittadini.

                                        (Fucsia Nissoli Fitzgerald)
                                       
Deputata al Parlamento Italiano
                                           Per la Circoscrizione Nord America
 
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MM