Politica

SE NON SI RIGENERA E' DESTINATA A DEGENERARE

 
 
Ugo Righi non è un politico e non dedica la parte prevalente del suo tempo alla politica, che io sappia: l’ho conosciuto molti anni fa come esperto e  consulente attento di azienda, di processi manageriali, di organizzazione d’imprese. Ma è anche cittadino sensibile: e in questa chiave ci invita a saper considerare la relativa novita’ dell’attuale governo Cinquestelle-Lega con la calma e la lucidità mentale dell’osservatore che studia prima di giudicare e di assumere posizione.
 
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Lo scenario politico attuale è interessante anche per riflettere sul tema del cambiamento e dell’innovazione.
 
Qualsiasi fosse stata la scelta del gruppo oggi al potere in Italia, sarebbe stata criticata; io non sono in grado di valutare se quello che avviene oggi sia il meglio rispetto a ieri, ma è evidente che è diverso da quello che c’era. Questo francamente mi piace: poi saranno i fatti a fornire indicazioni che potranno confermare le percezioni o smentirle.
 
Com’è successo per la guida di Roma: aveva creato tante attese positive, diventate delusione e rabbia a fronte del disastro, e di fronte allo sforzo patetico di non riconoscerlo come tale.
 
Ma una cosa è certa: se si fa sempre la stessa strada, si arriverà sempre allo stesso posto, se abbiamo sempre il medesimo comportamento, al massimo otterremo lo stesso risultato, e se facciamo sempre la stessa cosa erronea otterremo sempre risultati sbagliati. Anche se non c’è determinismo positivo nel fare diversamente.
 
E questo è il punto: faccio uguale e non rischio, mantenendo lo status quo, oppure faccio diversamente e rischio?
 
Il nuovo premier, Giuseppe Conte, ha un “copione” e questa cosa è criticata da chi è contro di lui. Io credo che il copione possa essere considerato come un piano strategico e che quindi rappresenti il cosa si vuole ottenere, che potremmo chiamare con linguaggio manageriale “scopo e obiettivi”.
 
Ma la strategia rappresenta il come, e questo è quello che fanno i vertici delle imprese. Ora, il “come” è legato al fatto che la via si fa con l’andare e quindi la strategia si realizza strada facendo.
 
Il programma è il tragitto e non può considerare a priori le variazioni e le complessità emergenti; e quindi fare una cosa giusta oggi non vuol dire che la stessa cosa lo sia anche domani: il mondo cambia e la strategia deve cambiare pur avendo chiaro il punto di arrivo. In ciò consiste il valore del comportamento strategico, in una rigenerazione permanente che considera lo scopo.
 

Questo è un principio generale: per mantenere qualcosa che abbiamo conquistato (nel business, nell’amicizia, nell’amore, con i genitori, con i figli, ecc.) bisogna rigenerarla continuamente perché se qualcosa non si rigenera è destinato a degenerare, e la generazione di un percorso innovativo attinge il suo senso dalla devianza dalla norma, dalla “trasgressione”.
 
La devianza è qualcosa che interviene in un processo che ha paradigmi interpretativi e comportamenti considerati normali per governare il proprio ambiente. L’evoluzione è un processo che trasforma il sistema in cui è nata la devianza: lo disorganizza e organizza mentre lo trasforma.
 
Quello che serve davvero è essere una squadra sintonizzata che ha un pensiero comune su cosa ottenere e poi, ripeto, la strategia si realizza giorno per giorno variando coerentemente i propri comportamenti, gestendo in modo intelligente il pregiudizio di chi è contro, che certamente osserverà  i momenti del processo che disorganizza e non quelli che riorganizza.
 
Le devianze, nel momento in cui si esprimono per il semplice fatto di nascere, sono frenate dal sistema e la loro affermazione è una lotta contro i difensori dell’invarianza, che vedono minacciata la loro sicurezza dai portatori delle novità. La storia insegna: tutte le persone che hanno segnato il cammino di trasformazioni profonde sono state devianti, fuori dal sistema e, molto spesso, perseguitate o ostacolate.
 
Io francamente non so se quello che avviene oggi sia meglio, solo che ho visto il peggio e quindi la speranza, ancora una volta, può nascere. Hanno voluto la bicicletta:devono pedalare: noi vediamo, ma non come spettatori passivi o sabotatori attivi.

                                                                                                                                                       (Ugo Righi)
 
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