Presentando, a suo tempo, il sito “studisociali.org”, si diceva fra l’altro che “l’impegno formativo è parte integrante della ispirazione originaria di Studisociali. Le sue iniziative vengono proposte sia in forma di corsi sia in forma di singoli incontri, di gruppo o individuali…”.
E si aggiungeva che “quella di Studisociali è una formazione concepita sempre in senso integrale, vale a dire come formazione della personalità compiuta”, tanto che i temi trattati riguardino competenze tecniche quanto che attengano a mondi valoriali: si parte comunque dalla “formazione della coscienza” e si prosegue nella direzione specifica prescelta, ma sempre nell’alveo della grande avventura umana che rende la vita della singola persona e della comunità migliore in senso totale qualunque sia la materia particolare che si approfondisce.
Ebbene, fin dal primo corso del 2019 verrà rispettato e valorizzato tale approccio. Esso affronterà la grande tematica del sindacalismo in Italia e nel mondo. Si ripercorrerà la storia del movimento sindacale in Italia ma anche in Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Germania, Paesi Nordici, e in altre esperienze significative del mondo. Le sue vicende, i suoi uomini, le tecniche, i metodi organizzativi, gli errori e i successi, l’evoluzione e i pericoli, i collegamenti internazionali.
Ma perché vale la pena occuparsene? Perché si tratta, sostanzialmente, della dimensione fondativa del lavoro nella vita umana: il lavoro è “dignità biblica” dell’uomo, fondamento insostituibile della piena realizzazione individuale e sociale della persona in qualunque tipo di società.
Occorre conoscere la storia del lavoro per conoscere la storia umana, occorre conoscere la storia del movimento sindacale (in senso lato) per conoscere la storia del lavoro.
Libri e università raccontano diffusamente, fra l’altro, che il movimento sindacale ebbe origine in Inghilterra, intorno alla fine del 1.600, con la nascita del macchinismo e delle prime manifatture. E’ una visione vera ma solo in parte, è imperfetta, scolastica, semplificata, addirittura impropria. Racconteremo invece di come una idea di autotutela del lavoro, anche collettiva, pressoché una idea sindacale, è esistita, ad esempio, anche nell’antica Roma. Ed è importante raccontarlo perché… guai a chiudere la storia del sindacalismo nella più recente fase della storia economica e sociale, quella dell’economia industriale: come troppo spesso e dannosamente si fa. A suo modo, diversamente in ogni epoca, il sindacalismo è di sempre.
Insomma: oggi conosciamo benissimo, e dobbiamo conoscere, le impostazioni universitarie ed i libri in circolazione sulla materia, ma dobbiamo saper andare oltre. Andare verso la “storia totale” dell’uomo, anche nel campo del lavoro. Perché è l’unica storia che abbia veramente senso compiuto, per l’uomo, per la sua civiltà e per le sue prospettive. L’uomo è infatti persona integrale, non insieme di spezzoni scoordinati o casuali o settoriali nella vicenda esistenziale dell’individuo.
Ed è storia che va conosciuta, come accennavamo, a livello mondiale, non solo italiano: perché il mondo è stato in passato, ed è sempre più, integrato quanto ai problemi essenziali da affrontare. In fondo (e ancora una volta si dimentica troppo spesso, o si sottovaluta) una “globalizzazione” operava anche nel mondo greco-romano.
A livello mondiale, dunque: anche se l’Italia mantiene un posto privilegiato nei nostri approfondimenti, oltre che nel nostro cuore e nella nostra vita concreta: del resto l’Italia resta oggettivamente al centro della civiltà mondiale che cammina, con i suoi valori ed i suoi difetti.
Ma, attenzione: il sindacalismo non è semplicemente “storia”: è anche vicenda attuale, movimento in atto, che esige comprensione e visione approfondite, e, nella misura del possibile, anche incontri personali con le realtà concrete e con i protagonisti nei quali si incarna. Perché anche il mondo del sindacalismo è, in fondo, un mondo e una storia di persone concrete, diverse e complesse. Ogni giorno.
Come opera dunque il sindacalismo italiano di oggi? E quello estero? Quali ne sono i punti di forza e i punti di debolezza? Quali le prospettive possibili? Qual è il senso profondo della esperienza sindacale ai fini della crescita del bene comune nella società attuale? Vale la pena dunque fare i sindacalisti? Una vocazione profonda per una missione ancora incompiuta, incompiuta da sempre, ma da sempre fondamentale per la civiltà umana.
E si aggiungeva che “quella di Studisociali è una formazione concepita sempre in senso integrale, vale a dire come formazione della personalità compiuta”, tanto che i temi trattati riguardino competenze tecniche quanto che attengano a mondi valoriali: si parte comunque dalla “formazione della coscienza” e si prosegue nella direzione specifica prescelta, ma sempre nell’alveo della grande avventura umana che rende la vita della singola persona e della comunità migliore in senso totale qualunque sia la materia particolare che si approfondisce.
Ebbene, fin dal primo corso del 2019 verrà rispettato e valorizzato tale approccio. Esso affronterà la grande tematica del sindacalismo in Italia e nel mondo. Si ripercorrerà la storia del movimento sindacale in Italia ma anche in Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Germania, Paesi Nordici, e in altre esperienze significative del mondo. Le sue vicende, i suoi uomini, le tecniche, i metodi organizzativi, gli errori e i successi, l’evoluzione e i pericoli, i collegamenti internazionali.
Ma perché vale la pena occuparsene? Perché si tratta, sostanzialmente, della dimensione fondativa del lavoro nella vita umana: il lavoro è “dignità biblica” dell’uomo, fondamento insostituibile della piena realizzazione individuale e sociale della persona in qualunque tipo di società.
Occorre conoscere la storia del lavoro per conoscere la storia umana, occorre conoscere la storia del movimento sindacale (in senso lato) per conoscere la storia del lavoro.
Libri e università raccontano diffusamente, fra l’altro, che il movimento sindacale ebbe origine in Inghilterra, intorno alla fine del 1.600, con la nascita del macchinismo e delle prime manifatture. E’ una visione vera ma solo in parte, è imperfetta, scolastica, semplificata, addirittura impropria. Racconteremo invece di come una idea di autotutela del lavoro, anche collettiva, pressoché una idea sindacale, è esistita, ad esempio, anche nell’antica Roma. Ed è importante raccontarlo perché… guai a chiudere la storia del sindacalismo nella più recente fase della storia economica e sociale, quella dell’economia industriale: come troppo spesso e dannosamente si fa. A suo modo, diversamente in ogni epoca, il sindacalismo è di sempre.
Insomma: oggi conosciamo benissimo, e dobbiamo conoscere, le impostazioni universitarie ed i libri in circolazione sulla materia, ma dobbiamo saper andare oltre. Andare verso la “storia totale” dell’uomo, anche nel campo del lavoro. Perché è l’unica storia che abbia veramente senso compiuto, per l’uomo, per la sua civiltà e per le sue prospettive. L’uomo è infatti persona integrale, non insieme di spezzoni scoordinati o casuali o settoriali nella vicenda esistenziale dell’individuo.
Ed è storia che va conosciuta, come accennavamo, a livello mondiale, non solo italiano: perché il mondo è stato in passato, ed è sempre più, integrato quanto ai problemi essenziali da affrontare. In fondo (e ancora una volta si dimentica troppo spesso, o si sottovaluta) una “globalizzazione” operava anche nel mondo greco-romano.
A livello mondiale, dunque: anche se l’Italia mantiene un posto privilegiato nei nostri approfondimenti, oltre che nel nostro cuore e nella nostra vita concreta: del resto l’Italia resta oggettivamente al centro della civiltà mondiale che cammina, con i suoi valori ed i suoi difetti.
Ma, attenzione: il sindacalismo non è semplicemente “storia”: è anche vicenda attuale, movimento in atto, che esige comprensione e visione approfondite, e, nella misura del possibile, anche incontri personali con le realtà concrete e con i protagonisti nei quali si incarna. Perché anche il mondo del sindacalismo è, in fondo, un mondo e una storia di persone concrete, diverse e complesse. Ogni giorno.
Come opera dunque il sindacalismo italiano di oggi? E quello estero? Quali ne sono i punti di forza e i punti di debolezza? Quali le prospettive possibili? Qual è il senso profondo della esperienza sindacale ai fini della crescita del bene comune nella società attuale? Vale la pena dunque fare i sindacalisti? Una vocazione profonda per una missione ancora incompiuta, incompiuta da sempre, ma da sempre fondamentale per la civiltà umana.
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