Non so se ancora operino, perché il mio incontro con loro risale a qualche anno fa e dopo di allora i contatti si sono diradati per esigenze diverse legate soprattutto ai miei impegni lavorativi. Ma la impressione lasciatami dal loro operare concreto, educato, portato direttamente sui problemi delle singole persone, e non sulle generiche posizioni astratte, mi aveva colpito e affascinato vivamente. Perchè cercava contremporaneamente il bene delle singole persone e quello di tutti.
La comunità si chiama Ripa dei Sette soli. Sono francescani e amici di francescani. Educati, senza insistere, ti offrono (così fu per me, nei paraggi di San Giovanni, a Roma, quando quasi casualmente li conobbi) questo loro piccolo pieghevole di presentazione: sono persone che hanno “trovato” l’unico modo davvero conreto e giusto concreto di affrontare il “problema immigrati” senza retorica e senza astrattezze. Il problema di quei profughi che sbarcano nel nostro paese, provenienti dall’Africa perlopiù, ed ai quali, una volta che abbiano messo piede in terra italiana, nessuno più dà una mano, lasciandoli a perdersi o a recuperarsi, per i fatti loro, altrettanto disperatamente, attraverso strade e campagne. Molti si salvano e molti si perdono, molti diventano risorse per la società ch eli ha salvati e molti altri diventano minacce e pericoli.
Mentre il resto d’Europa, generalmente, fa ancora peggio; da qualche parte (pare lo abbiano fatto più volte maltesi e spagnoli, ad esempio) sparano loro addosso perché non osino neppure mettere piede sul loro suolo.
Ripa dei Sette Soli ha letto il loro problema con semplicità ed efficacia immediata, con la semplicità di luce ispirata da San Francesco. Senza la barbara ostilità dei “nonvivogliamo” e senza la contrapposta stupidità irresponsabile dei “ venite-pure-venite-tutti-tanto-qualcuno-ci-penserà-basta-che-non-chiediate-nulla-a-me”, tipico di tanto pollame pacifista, buonista, sentimentalarcadico, compreso qualche cattolico dalla facile generosità retorica a carico dello Stato e in genere degli altri.
Da Ripa dei Sette Soli i ragazzi vengono invece raccolti e avviati immediatamente, con amore, a imparare piccolissimi mestieri di vita quotidiana, o a perfezionarli se per avventura già ne conoscono qualcosa. Di quei mestieri utili così spesso alla nostra vita cittadina, e, così spesso, introvabili o trovabili a prezzi esorbitanti fra i nostri connazionali: piccole riparazioni di impianti elettrici o idraulici, piccole riparazioni di falegnameria, tinteggiatura, intonacatura, muratura, pulizia di ambienti e cantine, lavaggio auto, raccolta ortaggi e frutta, piccoli traslochi, servizi di giardinaggio, assistenza ospedaliera, accompagnamento anziani alle commissioni di posta, municipi, medico, ospedali, e ancora taglio capelli e barba, servizi di igiene personale, preparazione pasti, recapito a casa della spesa, pagamento bollette, cura animali, e vari altri “problemucci”, come li chiamano loro stessi, per i quali tanti cittadini hanno bisogno di una mano di aiuto e… non sanno proprio a chi rivolgersi.
La relazione che si instaura non comporta rischi, nel senso che chi desidera avvalersi di questo “servizio garantito” non ha che da chiamare (così era quando ho conosciuto la comunitài) il numero telefonico 327.1790333, dalle ore 9,30 alle ore 17, o inviare una email a ripadeisettesoli@gmail.com: risponde una operatrice che prende in carico il problema, individuando la persona adatta alla sua soluzione. La prestazione non ha un prezzo o una tariffa: la regola è quella di una offerta libera lasciata al buon cuore di chi chiede il servizio. Si tratta di donazione, oltretutto fiscalmente deducibile, purchè il pagamento di essa avvenga attraverso operazione bancaria o postale.
Insomma, la parola d’ordine dei frati minori è: “Accogliamo nella nostra fraternità persone condannate alla vita di strada, per ridare una opportunità a chi non ha più lavoro né un luogo familiare dove vivere. Ma vigiliamo anche sui comportamenti”. La Fraternità di Ripadeisettesoli è in piazza San francesco d’Assisi 88, nel luogo, mi dicono, dove proprio san Francesco di Assisi amava stare in Roma.
La comunità si chiama Ripa dei Sette soli. Sono francescani e amici di francescani. Educati, senza insistere, ti offrono (così fu per me, nei paraggi di San Giovanni, a Roma, quando quasi casualmente li conobbi) questo loro piccolo pieghevole di presentazione: sono persone che hanno “trovato” l’unico modo davvero conreto e giusto concreto di affrontare il “problema immigrati” senza retorica e senza astrattezze. Il problema di quei profughi che sbarcano nel nostro paese, provenienti dall’Africa perlopiù, ed ai quali, una volta che abbiano messo piede in terra italiana, nessuno più dà una mano, lasciandoli a perdersi o a recuperarsi, per i fatti loro, altrettanto disperatamente, attraverso strade e campagne. Molti si salvano e molti si perdono, molti diventano risorse per la società ch eli ha salvati e molti altri diventano minacce e pericoli.
Mentre il resto d’Europa, generalmente, fa ancora peggio; da qualche parte (pare lo abbiano fatto più volte maltesi e spagnoli, ad esempio) sparano loro addosso perché non osino neppure mettere piede sul loro suolo.
Ripa dei Sette Soli ha letto il loro problema con semplicità ed efficacia immediata, con la semplicità di luce ispirata da San Francesco. Senza la barbara ostilità dei “nonvivogliamo” e senza la contrapposta stupidità irresponsabile dei “ venite-pure-venite-tutti-tanto-qualcuno-ci-penserà-basta-che-non-chiediate-nulla-a-me”, tipico di tanto pollame pacifista, buonista, sentimentalarcadico, compreso qualche cattolico dalla facile generosità retorica a carico dello Stato e in genere degli altri.
Da Ripa dei Sette Soli i ragazzi vengono invece raccolti e avviati immediatamente, con amore, a imparare piccolissimi mestieri di vita quotidiana, o a perfezionarli se per avventura già ne conoscono qualcosa. Di quei mestieri utili così spesso alla nostra vita cittadina, e, così spesso, introvabili o trovabili a prezzi esorbitanti fra i nostri connazionali: piccole riparazioni di impianti elettrici o idraulici, piccole riparazioni di falegnameria, tinteggiatura, intonacatura, muratura, pulizia di ambienti e cantine, lavaggio auto, raccolta ortaggi e frutta, piccoli traslochi, servizi di giardinaggio, assistenza ospedaliera, accompagnamento anziani alle commissioni di posta, municipi, medico, ospedali, e ancora taglio capelli e barba, servizi di igiene personale, preparazione pasti, recapito a casa della spesa, pagamento bollette, cura animali, e vari altri “problemucci”, come li chiamano loro stessi, per i quali tanti cittadini hanno bisogno di una mano di aiuto e… non sanno proprio a chi rivolgersi.
La relazione che si instaura non comporta rischi, nel senso che chi desidera avvalersi di questo “servizio garantito” non ha che da chiamare (così era quando ho conosciuto la comunitài) il numero telefonico 327.1790333, dalle ore 9,30 alle ore 17, o inviare una email a ripadeisettesoli@gmail.com: risponde una operatrice che prende in carico il problema, individuando la persona adatta alla sua soluzione. La prestazione non ha un prezzo o una tariffa: la regola è quella di una offerta libera lasciata al buon cuore di chi chiede il servizio. Si tratta di donazione, oltretutto fiscalmente deducibile, purchè il pagamento di essa avvenga attraverso operazione bancaria o postale.
Insomma, la parola d’ordine dei frati minori è: “Accogliamo nella nostra fraternità persone condannate alla vita di strada, per ridare una opportunità a chi non ha più lavoro né un luogo familiare dove vivere. Ma vigiliamo anche sui comportamenti”. La Fraternità di Ripadeisettesoli è in piazza San francesco d’Assisi 88, nel luogo, mi dicono, dove proprio san Francesco di Assisi amava stare in Roma.
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