Recita come segue, il nuovo comunicato di DemocraziaComunitaria:
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Viene mossa in questi giorni a DemocraziaComunitaria, da alcuni gruppi, anche amici, la critica di aver annunciato che sosterrà il “sì” alla riduzione del numero dei parlamentari, su cui gli italiani sono chiamati a decidere attraverso referendum il prossimo 29 marzo. Anche nel mondo organizzato di ispirazione cristiana, dunque, a quanto pare, DemocraziaComunitaria… è quasi sola a sostenere il “sì”, contro una prevalenza di opinioni (a quanto pare) favorevoli al “no”.
Non solo questa relativa solitudine non ci scoraggia, ma ci invita a tornare ancora una volta a rimeditare e riapprofondire (va fatto sempre e per tutti i problemi e da parte di tutti) il perché della nostra scelta. In questa sede peraltro non replicheremo alle ragioni di nessuno dei gruppi citati, in quanto la nostra posizione, attenta alla costruzione di quello che da anni chiamiamo “Stato snello” per realizzare con coerenza ed efficienza il dettato della carta costituzionale italiana nel ventunesimo secolo e lo spirito dei suoi padri costituenti, è espressa da anni nei nostri documenti, che ne esplicitano continuativamente tutte le ragioni di lunga gittata, giuridiche, politiche, culturali e morali, al di là delle contingenti maggioranze di governo. Confermiamo dunque con semplicità e convinzione, semplicemente, il nostro “sì” alla riduzione del numero dei parlamentari.
Nello stesso tempo, confermiamo anche la necessità di una riforma elettorale che restituisca ai cittadini italiani il diritto di scegliere effettivamente e direttamente tutti i loro parlamentari, deputati e senatori, attraverso il criterio democratico del “collegio uninominale secco”. Ribadendo ancora una volta che i partiti politici, secondo la costituzione italiana e lo spirito dei padri costituenti, e secondo la nostra tradizione valoriale personalista di ispirazione cristiana, non sono affatto gli affidatari della politica italiana, e men che meno ne sono i proprietari, ma sono semplicemente, e devono essere fortemente, degli strumenti attraverso i quali la democrazia viene aiutata a realizzare due fondamentali suoi obiettivi:
a. aiutare i cittadini medesimi a identificare e impegnare meglio personalità, orientamento, programma, rifermenti valoriali e culturali, dei singoli candidati;
b. costituire per il paese, in vista dei momenti elettorali ma, non meno, nel quotidiano svolgersi della vita istituzionale, sociale, civile, economica, culturale, soggetti attivi e permanenti di formazione della coscienza dei cittadini e di servizio alle loro istanze, di rappresentanza delle loro posizioni, di vigilanza su tutti i comportamenti istituzionali, e ben radicati nel territorio: insomma, appunto, strumenti vivi della società democratica e pluralista, vere comunità di elaborazione politica, mai proprietari e gestori oligarchici della democrazia. Riassumiano, dunque: democrazia è scegliere persone, non scegliere partiti. Che queste persone facciano riferimento a partiti o siano candidate da partiti è qualificante ma non essenziale.
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