Abbiamo conservato questo piccolo “racconto di vita” dal 2011, quando pervenne alla giuria di un concorso che chiedeva appunto “racconti di vita”; non potè essere premiato, questo piccolo racconto inviatoci da una signora di Vercelli, per via di alcune caratteristiche anche formali che gli scritti partecipanti dovevano osservare, ma è rimasto ben custodito fin da allora nei nostri cassetti: è una bella piccola storia di umanità, di quella umanità che sa anche prendersi cura del creato con armonia e amore; e perciò non può, alla lunga, non essere raccontata.
Era un giorno caldo, profumato, di molti anni fa, che prometteva una bella settimana agli anziani arrivati da tutta Italia al Villaggio di Alimini.
Non sapevo ancora che qualcosa sarebbe cambiato nella mia vita e nella mia famiglia, che qualcuno di nuovo avrebbe fatto parte di noi.
Comparve un pomeriggio, all’improvviso, di corsa, con in bocca una pallina: era un cuccioletto di pelo bianco e irto, con macchie color arancio sulle orecchie pendenti, un grosso naso tondo e due occhi dolcissimi.
Scoprimmo poi, a casa, essere uno spinone italiano di un anno, sano e molto bello ma, purtroppo, decisamente sottopeso, trascurato e con il terrore dei maltrattamenti subiti fino ad allora.
Per quindici anni la mia famiglia aveva preso, da allora, a tornare a Vercelli dalla montagna per trascorrere con lui il Capodanno affinché non soffrisse in solitudine il baccano dei fuochi di fine anno.
Così non sarà per il 2011 perché, purtroppo, Valtur ci ha lasciati nell’ottobre del 2010.
Non ricordo bene, ancora adesso, come scoppiò il nostro amore, ma so con certezza che lui mi scelse subito tra centinaia di persone.
Era carino con tutti, accettava carezze e “grattini”, si vendeva per un pezzo di pane (cosa che fece per anni) poi, alla sera, spariva e scoprimmo solo dopo che nel suo rifugio aveva decine di palline da golf, cercate inutilmente dai ragazzi del villaggio.
Era sempre stato maltrattato, abbandonato, legato per molto tempo, e avrebbe dovuto raggiungere, da lì a pochi giorni, l’inceneritore di Ostuni.
Fu allora che non mi posi neppure la domanda di cosa fare, quel cane era mio, lui mi guardò con quegli occhi umidi e ci capimmo all’istante; chiesi di tenerlo ed occuparmene. Sembrava tutto sistemato quando, all’improvviso, scomparve.
Scomparve così, all’improvviso, e mi ero rassegnata a perderlo in quanto mancavano solo due giorni alla partenza, quando si ripresentò davanti alla mia camera.
Leccate, lacrime, abbracci e carezze e poco dopo, aiutata dagli amici di Trento, gli facemmo un profumatissimo bagno, sponsorizzato da Valtur, che era la compagnia turistica con la quale viaggiavamo, e fu allora che gli dissi: “”Questo sarà il tuo nuovo nome: Valtur”.
E’ stato un cane bravo, divertente, sembrava non invecchiare mai, aveva una copertina che negli anni era diventata come un fazzoletto che non abbandonava.
Non capì mai come funzionavano i comandi, era un autodidatta, tutto il cortile, i vasi, le auto, erano un suo terreno per fare pipì; non andò neppure tanto d’accordo con il pastore tedesco, ma correva dietro al mio adorato gatto Pepe; e, così, ci recammo al canile e gli mettemmo insieme Ferdi, cucciolotto di razza sconosciuta.
Valtur lo prese in consegna: lo educava, lo faceva giocare quotidianamente, si faceva fare tutto da lui insegnandogli anche (questa volta) che un cane perbene non fa pipì ovunque. Poi, all’improvviso, si spense. Io avevo cominciato a pensare che Valtur fosse eterno ma a un certo punto mi resi conto che dimagriva e invecchiava ogni giorno di più.
Purtroppo era arrivato il giorno di salutarci, ma prima di farlo, accarezzando il suo corpo ormai scheletrico volevo sentisse quello che non gli avevo mai detto: “Valtur, sei stato un grande cane “ !
Ci eravamo incontrati lontano, nel verde di Alimini, e alla fine gli ho trovato un angolino nel nostro giardino ben esposto al sole; sopra, non so come, è cresciuta una ridente piantina di camomilla.
Io e Ferdi lo salutiamo tutti i giorni passandogli vicino, consapevoli che lui è tornato sano, bello, giovane e, sempre di corsa, con la sua pallina in bocca …. mi aspetta !!!
(Daniela Balbiano)
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Era un giorno caldo, profumato, di molti anni fa, che prometteva una bella settimana agli anziani arrivati da tutta Italia al Villaggio di Alimini.
Non sapevo ancora che qualcosa sarebbe cambiato nella mia vita e nella mia famiglia, che qualcuno di nuovo avrebbe fatto parte di noi.
Comparve un pomeriggio, all’improvviso, di corsa, con in bocca una pallina: era un cuccioletto di pelo bianco e irto, con macchie color arancio sulle orecchie pendenti, un grosso naso tondo e due occhi dolcissimi.
Scoprimmo poi, a casa, essere uno spinone italiano di un anno, sano e molto bello ma, purtroppo, decisamente sottopeso, trascurato e con il terrore dei maltrattamenti subiti fino ad allora.
Per quindici anni la mia famiglia aveva preso, da allora, a tornare a Vercelli dalla montagna per trascorrere con lui il Capodanno affinché non soffrisse in solitudine il baccano dei fuochi di fine anno.
Così non sarà per il 2011 perché, purtroppo, Valtur ci ha lasciati nell’ottobre del 2010.
Non ricordo bene, ancora adesso, come scoppiò il nostro amore, ma so con certezza che lui mi scelse subito tra centinaia di persone.
Era carino con tutti, accettava carezze e “grattini”, si vendeva per un pezzo di pane (cosa che fece per anni) poi, alla sera, spariva e scoprimmo solo dopo che nel suo rifugio aveva decine di palline da golf, cercate inutilmente dai ragazzi del villaggio.
Era sempre stato maltrattato, abbandonato, legato per molto tempo, e avrebbe dovuto raggiungere, da lì a pochi giorni, l’inceneritore di Ostuni.
Fu allora che non mi posi neppure la domanda di cosa fare, quel cane era mio, lui mi guardò con quegli occhi umidi e ci capimmo all’istante; chiesi di tenerlo ed occuparmene. Sembrava tutto sistemato quando, all’improvviso, scomparve.
Scomparve così, all’improvviso, e mi ero rassegnata a perderlo in quanto mancavano solo due giorni alla partenza, quando si ripresentò davanti alla mia camera.
Leccate, lacrime, abbracci e carezze e poco dopo, aiutata dagli amici di Trento, gli facemmo un profumatissimo bagno, sponsorizzato da Valtur, che era la compagnia turistica con la quale viaggiavamo, e fu allora che gli dissi: “”Questo sarà il tuo nuovo nome: Valtur”.
E’ stato un cane bravo, divertente, sembrava non invecchiare mai, aveva una copertina che negli anni era diventata come un fazzoletto che non abbandonava.
Non capì mai come funzionavano i comandi, era un autodidatta, tutto il cortile, i vasi, le auto, erano un suo terreno per fare pipì; non andò neppure tanto d’accordo con il pastore tedesco, ma correva dietro al mio adorato gatto Pepe; e, così, ci recammo al canile e gli mettemmo insieme Ferdi, cucciolotto di razza sconosciuta.
Valtur lo prese in consegna: lo educava, lo faceva giocare quotidianamente, si faceva fare tutto da lui insegnandogli anche (questa volta) che un cane perbene non fa pipì ovunque. Poi, all’improvviso, si spense. Io avevo cominciato a pensare che Valtur fosse eterno ma a un certo punto mi resi conto che dimagriva e invecchiava ogni giorno di più.
Purtroppo era arrivato il giorno di salutarci, ma prima di farlo, accarezzando il suo corpo ormai scheletrico volevo sentisse quello che non gli avevo mai detto: “Valtur, sei stato un grande cane “ !
Ci eravamo incontrati lontano, nel verde di Alimini, e alla fine gli ho trovato un angolino nel nostro giardino ben esposto al sole; sopra, non so come, è cresciuta una ridente piantina di camomilla.
Io e Ferdi lo salutiamo tutti i giorni passandogli vicino, consapevoli che lui è tornato sano, bello, giovane e, sempre di corsa, con la sua pallina in bocca …. mi aspetta !!!
(Daniela Balbiano)
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